Newsletter a pagamento, una scommessa

Newsletter a pagamento – Come saprete, da queste parti e con vari colleghi, sono state lanciate, nell’ultimo anno, due newsletter a pagamento. Una si chiama Slow News, va avanti da undici mesi, veleggia con solida lentezza verso i 200 abbonati, è una newsletter di curatela editoriale, è un lavoro residuale ma fatto – secondo me e secondo chi lo fa – bene.

Slow News. è rivolta a una nicchia generalista. Il connubio potra farvi storcere il naso, ma è la definizione più appropriata. Generalista perché si occupa di temi vari. Ma di nicchia perché è rivolta a un pubblico ristretto, quello che vuole sfuggire dal sovraccarico di informazione per godersi un mondo più rarefatto, di approfondimento, lentezza, letture senza distrazioni, video, immagini da fruire senza tonnellate di notifiche a distrarre dal contenuto. Slow News. mette insieme l’idea di Conor Friedersdorf, thebestofjournalism.blogspot.it/ (newsletter a pagamento, offre tre link a numero di grande giornalismo, esce due volte a settimana), con il linguaggio di altre newsletter anche più famose, come Next Draft, di David Pell. Sì, guardiamo all’estero, è ovvio. Ma lo facciamo in italiano. In generale, non siamo esterofili: guardiamo a tutto quel che ci sembra fatto bene, e a quel che sembra piacere a lettrici e lettori cui ci rivolgiamo. La pagina per l’abbonamento è qui.

Poi è arrivata Wolf. Wolf, invece, è una newsletter di nicchia B2B. Wolf l’abbiamo lanciata con una campagna di abbonamento su una piattaforma di crowdfunding che si chiama Produzioni dal basso. Si rivolge a giornalisti, comunicatori di professione, social strategist, social media manager, uffici stampa, Seo, digital content manager (aggiungete voi quello che preferite in inglese o in Italiano: parliamo, è chiaro, di chi lavora con contenuti, prevalentemente nel mondo digitale). La sfida è ambiziosa. Ci ispiriamo al modello di Ben Thompson e del suo Stratechery. L’offerta editoriale prevederà analisi e articoli di alto livello e di approfondimento, selezione delle notizie e degli strumenti più importanti per il mestiere. Ma non ci fermiamo, non ci accontentiamo di questo: offriamo anche pacchetti dedicati ad aziende o gruppi di professionisti, che prevedono anche abbonamenti di gruppo e eventi di formazione personalizzati (anche per singoli). La pagina per abbonarsi e per scegliere come farlo è qui.

Dopo Wolf. ci saranno altre sorprese e iniziative, con il puntino rosso da seguire.

Penso e pensiamo che il modello delle newsletter a pagamento possa essere funzionale al lavoro giornalistico e editoriale: non vogliamo rivolgerci al pubblico di massa (anche perché lo sappiamo bene, che non esiste un solo pubblico), ma vogliamo rivolgerci al pubblico che è veramente interessato a noi.

Questa è la scommessa. La porteremo avanti per tutto il 2016 e pensiamo che la porteremo avanti anche oltre.

3 risposte

  1. […] Per quanto riguarda il punto 1., nel caso di Slow News. (e del suo supplemento Wolf.) vale quello che scrivevo quando parlavo del modello delle newsletter a pagamento […]

  2. […] newsletter madre – E così ci siamo messi a fare newsletter che si pagano. Per prima è nata Slow News come newsletter di pura curatela editoriale. Ne abbiamo parlato per […]

  3. […] nato così. A un certo punto ci siamo messi a fare newsletter che si pagano. Per prima è nata Slow News, quella che poi è diventata Flow come newsletter di pura curatela […]

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