Giornalismo Social: il cambiamento e le buone pratiche

Il 9 aprile 2017 a Perugia, all’IJF 2017, insieme a Barbara Sgarzi e in un evento ONA Italia, parlo di Tutti i segreti del social media journalism.

Vedremo come usare le piattaforme e le strategie social per misurare, relazionarsi e finanziare iniziative giornalistiche (e non).

Giornalismo Social: il cambiamento e le buone praticheGiornalismo social e metriche

Giornalismo Social: quella delle piattaforme che offrono servizi di social network è una realtà in continua mutazione. Ma non si deve commettere l’errore di rincorrere questa mutazione senza prima aver definito le buone pratiche, le linee guida.

Il 24 giugno 2016 c’è un nuovo corso sul tema, che tengo presso Primopiano e che replicheremo il 19 luglio.

Si parla di:

– cosa sono veramente i social
– come si possono usare per il giornalismo
– quali si possono usare per il giornalismo
– come si devono usare
– come si fanno piani editoriali per i social
– come si gestiscono i social
– come si misurano i social: metriche vere, metriche che sono una “bolla”, metriche da perseguire
– algoritmi: cosa sono, come si cavalcano senza farsi cavalcare
– come ci si promuove attraverso i social (che sono, vale la pena di ricordarlo, una piattaforma di promozione. E un “luogo” virtuale essenzialmente di intrattenimento)
– come si monetizza

E altre cose a tema.

Giornalismo Social all’#IJF16

Giornalismo Social all'IJF16

Sui social il giornalismo informa o comunica se stesso? Le aziende comunicano o fanno informazione? Giornalisti e comunicatori utilizzano gli stessi strumenti e le stesse tecniche sulle stesse piattaforme, quali i confini, quali i rischi?

Quando mi è stato chiesto di moderare questo incontro all’International Journalism Festival 2016, vista la tematica, non potevo tirarmi indietro (anche perché, parlando di giornalismo social, completa, idealmente, un trittico di tematiche che ritengo fondamentali per il giornalismo oggi: la necessità di rallentare, i motori di ricerca e, appunto, l’impatto sulla professione della diffusione massiva di servizi per reti sociali virtuali).

L’incontro vede presenti: Daniele Chieffi (ENI, sponsor del Festival), Paola Bacchiddu, Marco Esposito, Luca Alagna e Carola Frediani.

Sarà interessante capire da ciascuno, secondo le specifiche competenze, i punti di vista sull’uso dei social da parte di giornali, giornalisti e aziende, su quel confine tra comunicazione e informazione che sembra diventare sempre meno evidente (e in mezzo c’è il giornalismo).

Di certo l’ora dell’incontro non sarà sufficiente per sviscerare molto, anche perché le derive del tema sono infinite. Su Twitter, qualche giorno prima dell’appuntamento, abbiamo dissertato a proposito di brand journalism, termine al quale sono un po’ allergico.

La questione è semplice: il giornalismo ha come principale referente il lettore. Un brand non potrà mai fare giornalismo “contro” se stesso perché deve comunque rispondere alle esigenze del brand.

Come uscirne? Basta smettere di chiamarlo branded journalism.

I protagonisti dell’incontro sono garanzia di considerazioni interessanti.

Proprio sul brand journalism, Luca Alagna ha posizioni diametralmente opposte alle mie, almeno per quanto riguarda l’uso del termine. Siamo invece d’accordo sul fatto che sia digital marketing o content marketing.

Schermata 2016-04-08 alle 16.42.45 Di Carola Frediani segnalo il bel pezzo 5 lezioni sul giornalismo che ho imparato dai social media.

Nel celeberrimo #EnivsReport, il team di comunicazione dell’ENI con Daniele Chieffi fece giornalismo?

O comunicò? Di certo riuscì a fare una cosa inedita e a spostare l’attenzione dal merito della puntata di Report all’inedito “scontro” (e infatti il giorno dopo le analisi del fenomeno si sprecavano, mentre il merito dell’inchiesta restava ai margini).

Di Paola Bacchiddu qualcuno ricorderà che, durante la campagna elettorale di L’Altra Europa con Tsipras, esasperata per la mancanza di visibilità della lista, dimenticata dai media mainstream, fece una condivisione su Facebook che fruttò parecchie polemiche e molta visibilità, sia alla lista sia alla giornalista.

Ciao. È iniziata la campagna elettorale e io uso qualunque mezzo.Votate L'altra Europa con Tsipras. Posted by Paola Bacchiddu on Friday, May 2, 2014
Marco Esposito è il direttore di Giornalettismo, con un passato che lo ha visto anche in Blogo per un anno e due mesi. Io, fortunatamente, faccio il moderatore (o, se preferite, il guastatore). Quindi, per un'ora almeno, sono quello che fa le domande. Il che, dal mio punto di vista, è molto meglio, per una volta.

Giornalismo Social ai corsi di Primopiano

Giornalismo social Il tema del giornalismo social è entrato a far parte anche del mio pacchetto di corsi presso Primopiano. Cerco di affrontarlo come di consueto senza tanti giri di parole, in maniera diretta e con spirito critico, senza essere sdraiato su una posizione dominante e cercando di scardinare pregiudizi e fuffa.

Giornalismo Social a Bologna

Giornalismo social Giornalismo Social – 18 marzo 2016. ABologna inauguro una nuova parte del mio lavoro di formazione che si inserisce nel progetto più ampio sul giornalismo imprenditoriale e nel digital content management. Il corso sul giornalismo social va a completare, in qualche modo, un percorso che parla anche di giornalismo seo e di giornalismo e metriche. Social, come SEO, è una delle buzzword più frequenti nel mondo del giornalismo digitale (e non solo). Una di quelle buzzword che cerchiamo di disinnescare con il progetto di analisi Wolf. Analizzare il tema è fondamentale per capire un pezzo di futuro del giornalismo (ma anche un pezzo di presente). Per scappare dalle soluzioni di moda che non fanno altro che alimentare la spirale di crisi e per capire cosa fare, per le proprie iniziative personali ma anche per mettere le proprie competenze a disposizione di progetti editoriali più ampi.

Giornalismo social: strumenti di verifica

Una delle cose più importanti da capire quando si parla di servizi online per reti sociali è che i social possono essere utilizzati come fonti giornalistiche. Ovviamente, come tutte le fonti, anche queste vanno verificate. Andrea Coccia, per Slow News, ha tradotto un pezzo dal titolo Six easy ways to tell if that viral story is a hoax (cioè, sei modi per scoprire se una storia virale sia o meno una bufala). Ha tradotto in italiano anche il Verification Handbook (presto disponibile sul sito ufficiale). Fra gli strumenti di verifica che si possono usare: Google Images Jeffrey's Exif Viewer FotoForensics Wolfram Alpha Online Maps La redazione partecipata di GrassWire

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