Sì, ma quali sono le keyword per il mio sito?

L’elenco delle keyword per posizionare il tuo sito non ti serve dal secolo scorso. Forse, a dirla tutta, non ti è mai servito. Sai cosa ti serve? Ti servono un piano editoriale e una chiara strategia di comunicazione integrata.

Se c’è una cosa frustrante quando si cerca di avere un approccio non riduzionista al digitale è il trovarsi a parlare di SEO e dover affrontare i famigerati quesiti sulle keyword. Affrontare quelli che ti danno la lista di parole per cui vogliono essere posizionati (e poi ti dicono che non hanno budget per produrre contenuti). Quelli che vogliono far salire su Google il loro e-commerce e poi ti dicono che vogliono fare schede prodotto di tre righe, tanto c’è già il nome del prodotto che è una keyword. Quelli che ti chiedono “dammi l’elenco delle parole chiave del tuo sito”. Che fatica.

Il mio sforzo è, come sai se capiti da queste parti di tanto in tanto, quello di spingere verso la visione della SEO come uno dei tanti strumenti relazionali fra persone e contenuti di cui disponiamo. Possiamo utilizzarla come strumento di lavoro, per ottimizzare persino le nostre conversazioni. Possiamo utilizzarla per fare in modo che persone che sono realmente interessate ai nostri contenuti ci trovino e ci conoscano.

Dobbiamo decidere quali sono le parole che le persone cui possiamo offrire un servizio (di qualunque genere: giornalistico, un prodotto da vendere, un pezzo da leggere, un’esperienza da fare), sapere come parlano quelle persone, definire le storie che possiamo raccontare intorno a quelle parole (esempi banali: se nel mondo del fai da te va di moda lo shabby chic, allora su Come fare con Barabara, progetto editoriale dedicato al fai da te, è naturale fare un video tutorial in cui si parla dello shabby chic) produrre contenuti che abbiano a che fare con quelle parole, con quegli ambiti di riferimento, con quelle aree semantiche, con quelle realtà.

E poi dobbiamo produrre contenuti che siano pertinenti, interessanti, informativi, funzionali, per portare persone che non ci conoscevano a conoscerci dopo che hanno fatto una ricerca sui motori di ricerca. Quei contenuti devono essere coerenti con la query intention. Cosa voleva una persona che ha cercato su Google “border collie e bambini”? Probabilmente voleva sapere come si comportano i border collie con i bambini. E quindi devo rispondere alla sua domanda.

Non dimenticare che la convenienza specifica di Google consiste nel continuare a servire al meglio le persone che fanno ricerche su di esso (come testimonia non solo la mia interpretazione dei segnali di ranking, ma anche, per esempio, questa intervista a un quality rater di Google. O le dichiarazioni che provengono dall’interno della stessa società di Mountain View).

Una volta, poi, che si è fatto lo sforzo di produrre i contenuti, perché mai dovrei utilizzarli solo per la SEO? Li uso, per esempio, anche per i social. Li uso per penetrare ovunque ci siano persone che possono essere interessate a quel che scrivo e ai servizi che offro.

Qualunque altro approccio di produzione del contenuto non fa che farci sprecare tempo e denaro.

3 risposte

  1. […] se sottolinei i concetti e se indichi altre fonti di valore. Una buona risposta soddisfa la “query intention” del tuo destinatario ideale: usare invece le parole chiave in modo strumentale garantisce la […]

  2. Avatar Matteo Galesso
    Matteo Galesso

    Ciao,
    come ci comportiamo con le query “ambigue”? Mi spiego meglio. Sto analizzando “cortometraggio in inglese”. Questa keyword/query secondo me è un problema perché: 1) con la localizzazione attiva Google penserà che un italiano cerchi la traduzione in inglese del termine; 2) la prima pagina in SERP ha quasi solo link che portano a traduttori come word reference e compagnia bella; 3) se cerco “cortometraggio in spagnolo”, invece, in prima pagina mi compaiono anche molti video youtube con corti in spagnolo o sottotitolati; 4) nelle ricerche correlate sembra che gli utenti cerchino corti in lingua inglese o comunque sottotitolati.

    Il mio sesto senso propende per posizionare un articolo con questa chiave/query intent scrivendo di corti in inglese perché credo che la query intention sia questa: come devo interpretare i risultati in SERP che mi sembrano dire “guarda che l’utente cerca la traduzione di cortometraggio”?

    1. Effettivamente la SERP è popolata da quel che dici tu, ma tu stai cercando altro. E non è affatto detto che tu non riesca a posizionarti fra i primi risultati, proprio per il fatto che la SERP è monotona.
      Detto questo, resta da capire quante persone effettivamente scriverebbero mai “cortometraggi in inglese” per trovare dei cortometraggi in inglese. Se ce ne sono e il tuo contenuto sarà una bella pagina di selezione di questi cortometraggi, accompagnata da testo pertinente, ben scritto, con una buona “ux”, secondo me ti posizioni 🙂

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