SEO: gli eventi come keyword

SEO un evento è keyword

SEO vuol dire anche ricordarsi che un evento si traduce, per i motori di ricerca e per gli utenti, in keyword.

Il concetto è vecchio quanto i motori di ricerca, ma sembra sfuggire a molti. Soprattutto, sfugge a tutti coloro che pensano che sia una metodologia superata e che se ne possa fare a meno.

Ragioniamo da utenti del web. Ci sono due possibilità per “informarsi”. La prima possibilità è avere le proprie fonti preferite. Quelle saranno privilegiate, ovviamente: l’utente navigherà abitualmente fra i preferiti e magari si accontenterà di quel che trova. In questo caso, dal punto di vista di chi pubblica contenuti, siamo di fronte a una tipologia di utente molto pregiata: è il lettore diretto.

Ma siccome il web è una realtà fluida, non è detto che l’utente si accontenti. E l’obiettivo di chi produce contenuti può diventare quello di fargli conoscere altri siti da mettere fra i preferiti. E’ esattamente questo che si fa quando si fa SEO sugli eventi, quando si considera ciascun singolo evento da coprire giornalisticamente come se fosse una (o più) keyword.

Ora, se sono bravo a portare i miei contenuti in posizioni altolocate sulle pagine di google, potrò attrarre più lettori. Se questi lettori si identificheranno nel contenuto, se piacerà loro, una minima percentuale (la crescita del traffico è sempre “lenta”) tornerà e si trasformerà in lettore diretto. Magari aggiungerà il sito che ha scoperto grazie a Google fra i preferiti, chissà.

Il giornalista non si senta sminuito, per carità. Semplicemente, dovrà rendersi conto che non è detto che il suo contenuto venga letto per il solo fatto di esistere (un tempo era facile illudersi di questo, scrivendo per un cartaceo), e dovrà scendere a patti con il fatto che è necessario farsi conoscere sui motori di ricerca (e quindi fare SEO), per farsi leggere. L’utente non legge a prescindere. Legge se ti conosce o legge se ti trova. E tu, da giornalista, hai il dovere di farti trovare, se credi di scrivere “qualità”.

D’altro canto, a che serve un contenuto di qualità se non lo legge nessuno?

Una risposta

  1. […] Continua a leggere dalla fonte… […]

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